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Tre mesi dopo, un primo bilancio

Dal blog di Donato Speroni:

Tre mesi dopo l’uscita nelle librerie e dopo i dibattiti  che si sono svolti a Roma e a Milano e le recensioni comparse sui principali quotidiani e periodici, è possibile fare un primo bilancio delle reazioni al mio libro L’intrigo saudita”, che ricostruisce lo scandalo Eni – Petromin esploso in Italia 30 anni fa e rimette in discussione la “memoria storica” sul caso. Continua a leggere

Cossiga: “rigoroso metodo storiografico”

Il senatore Francesco Cossiga ha inviato a Donato Speroni la seguente lettera:

Caro  Speroni, ho letto con vivo interesse il Suo libro “L’intrigo saudita”. A parte la mia intervista, che riproduce fedelmente il mio pensiero, è un’opera realizzata con rigoroso metodo storiografico. Complimenti ed auguri”.

Dibattito a Roma: un altro tassello svelato

Quattro protagonisti hanno rivissuto lo scandalo Eni Petromin rivelando anche particolari inediti, nel corso della presentazione del libro di Donato Speroni “L’intrigo saudita” – Cooper editori – che si è svolta martedì 10 all’Hotel Nazionale di Roma. Il testo integrale può essere riascoltato su Radio Radicale. Stimolati dalle domande del giornalista Sergio Rizzo del Corriere della Sera, Franco Bassanini, Giorgio la Malfa, Gianluigi Melega (ex parlamentari che nel 1979 fecero parte della Commissione d’indagine della Camera) e Giorgio Mazzanti (ex presidente dell’Eni) hanno ripercorso le vicende della maxitangente che 30 anni fa scatenò vivaci polemiche tra i giornali, cambiò la maggioranza nel Partito socialista e costò la poltrona a Mazzanti. Continua a leggere

L’Occidentale: si legge come un thriller. Viettone: mistero svelato. Panorama: un racconto efficace…

Il settimanale on line L’Occidentale pubblica un’ampia intervista di Roberto Paglialonga all’autore de L’intrigo saudita. Un’inchiesta in grande stile, L’intrigo saudita – commenta Paglialonga – costruita in oltre trent’anni di carriera da quel famigerato 1979. Si legge come un thriller di Ian Fleming. Ma è solo la storia d’Italia, almeno in parte”. E’ cambiato qualcosa rispetto a trent’anni fa? Continua a leggere

Speroni risponde a Statera: nel libro ci sono sette verità e un’ipotesi

Ecco la risposta di Donato Speroni alle critiche contenute nella recensione de “L’intrigo saudita” da parte di Alberto Statera.

Ben tre pagine delle 454 che secondo Alberto Statera “infliggo al lettore” sono occupate dalla pubblicazione di ampi stralci degli articoli importanti e puntuali che lo stesso Statera scrisse per l’Espresso trent’anni fa a seguito della vicenda Eni – Petromin. Il mio obiettivo, scrivendo questo “saggio ponderoso”, non era solo di ricostruire una vicenda misteriosa, ma di raccontare l’impatto di quello scandalo sulle imprese pubbliche, sui giornali e sulla politica. Da qui l’ampiezza della documentazione riportata, che occupa circa metà del libro. Penso di aver fatto qualcosa di utile, visto che lo stesso Statera, in risposta a una mia mail di ringraziamento, mi scrive: “Comunque il libro, come credo di aver detto, è molto interessante e l’ho letto in un pomeriggio”. No Alberto, questo in realtà nel tuo pezzo non c’è, ma grazie lo stesso per il riconoscimento postumo.

Veniamo al punto più importante toccato dall’ampia  recensione pubblicata il 5 ottobre su Affari e Finanza di Repubblica. Continua a leggere

Polemiche. Statera: “Quel saggio ponderoso che non chiarisce l’affaire Petromin”

Nella sua rubrica “Oltre il giardino” sull’inserto economico di Repubblica di lunedì 5 ottobre 2009, Alberto Statera recensisce criticamente l’Intrigo saudita:

“Il contratto con gli arabi saltò per le polemiche e non si seppe mai a chi andarono i 17 milioni di dollari di tangenti pagate, né  a chi erano destinati gli altri cento. Continua a leggere

Scarica la Nota introduttiva. “Questa è la storia di un errore mediatico”

Il testo della nota  introduttiva che apre il volume “L’Intrigo saudita” è da oggi disponibile in free download. Nella nota, l’autore Donato Speroni spiega:

Qual è la verità? Erano stati gli arabi a imporre la tangente, peraltro ufficialmente vietata dalle leggi saudite in materia di petrolio e traffici d’armi (ma non da quelle italiane dell’epoca), o gli italiani a far la cresta sul contratto con la collaborazione di un astuto fuoruscito iraniano? Chi aveva messo in circolazione le carte segrete del contratto e i dossier di disinformazione? Su questi dilemmi si continuò a discutere e indagare per oltre dieci anni in Parlamento, nei tribunali, nelle sedi amministrative. Continua a leggere

“L’intrigo saudita” on line: documenti, articoli, pagine di testo, elenco dei nomi, blog

E’ pienamente operativo il sito http://www.intrigosaudita.it, che oltre a consentire l’acquisto del libro on line senza spese di spedizione, offre la consultazione dell’indice, dell’elenco dei nomi citati e della cronologia dello scandalo Eni Petromin. E’ anche possibile, attraverso il sito, accedere ai principali documenti integrali della vicenda e consultare la rassegna stampa. Tutte le pagine offrono ai lettori la possibilità di scrivere commenti. Sul suo blog, Donato Speroni racconta la sua esperienza di autore del libro.

Rizzo sul Corriere: 30 anni dopo, la tesi comune sull’Eni-Petromin è messa in dubbio da Speroni

La più grande tangente della storia italiana: 120 milioni di dollari del 1979. Il tutto all’ ombra della P2 di Licio Gelli. Anche qui è mancata solo una cosa, ossia l’accertamento della verità. La tesi comune è che una bella fetta di quella tangente, sulla carta destinata dall’ Eni ai sauditi in cambio di una grande fornitura di greggio a prezzi politici, sarebbe poi dovuta tornare in Italia per foraggiare i partiti con la regia della stessa P2. Ebbene questa tesi viene ora, a trent’ anni di distanza, messa in dubbio da un libro pubblicato da Cooper e intitolato L’ intrigo saudita. L’ autore è Donato Speroni. Giornalista, ha lavorato al «Corriere», al «Giorno», al «Mondo» e al gruppo Class, dove ha fondato e diretto «Capitale Sud». Ma Speroni è stato anche un testimone «oculare». Perché all’ epoca dei fatti era direttore centrale dell’ Eni, vale a dire uno dei più stretti collaboratori di Giorgio Mazzanti, presidente dell’ Eni.

Così scrive Sergio Rizzo, nell’articolo P2 e 007: le trame oscure della prima maxitangente sul Corriere della Sera, pubblicato il 16 settembre. Dal 17 il volume è nelle librerie.