Archivi del mese: dicembre 2009

Tre mesi dopo, un primo bilancio

Dal blog di Donato Speroni:

Tre mesi dopo l’uscita nelle librerie e dopo i dibattiti  che si sono svolti a Roma e a Milano e le recensioni comparse sui principali quotidiani e periodici, è possibile fare un primo bilancio delle reazioni al mio libro L’intrigo saudita”, che ricostruisce lo scandalo Eni – Petromin esploso in Italia 30 anni fa e rimette in discussione la “memoria storica” sul caso. Continua a leggere

Crivellini, Galli, Mieli, Mazzanti, Riva, Savia: dibattito alla Casa della Cultura di Milano il 14 dicembre

Gli storici Giorgio Galli e Paolo Mieli e tre protagonisti dell’epoca (Marcello Crivellini, il deputato che il 21 febbraio 1980 registrò la seduta segreta della Camera sull’Eni Petromin poi diffusa da Radio radicale; Giorgio Mazzanti, il presidente dell’Eni costretto a dimettersi per la vicenda; Orazio Savia, il sostituto procuratore di Roma che indagò sulla maxitangente) discuteranno il volume di Donato Speroni L’intrigo saudita edito da Cooper alla Casa della  Cultura di Milano (Via Borgogna 3), lunedì 14 dicembre alle ore 18. Il moderatore sarà l’editorialista della Repubblica Massimo Riva, che all’epoca seguì con attenzione la vicenda.

Per informazioni: Cooper – Elena Giacchino 06 80912727 – 3402682776; Casa della Cultura: 02 795567

Scarica l’invito.

L’intrigo saudita come specchio di un’epoca nei giudizi di Berta, Calabrò, Ceccarelli, “Il Foglio”

Le più recenti recensioni colgono nuovi aspetti del libro. Antonio Calabrò, sul Mondo, (“Storia non solo criminale – una passione per la verità”) commenta alcuni volumi sulle vicende italiane degli ultimi trent’anni e parla di “buon giornalismo come quello di Donato Speroni”. Giuseppe Berta, sull’Espresso, osserva: “alla fine della lettura è difficile sottrarsi, oltre che a un senso di sconcerto, alla persuasione che il collasso del sistema era inevitabile in quelle condizioni”. Il Foglio afferma che “l’aspetto più interessante, e più nuovo, del libro è lo studio mediatico che Speroni fa di quegli avvenimenti”. Filippo Ceccarelli, sulla Repubblica, ne trae una “indicazione pedagogica: un giornalista onesto è è meglio che se ne stia alla larga dai centri di potere economico e petrolifero”